La personale dell’artista di origini salentine sarà inaugurata oggi 24 agosto, alle 19. Esposizione fino al 10 settembre
Non solo teatro, con l’Ama, l’Accademia mediterranea dell’attore diretta da Franco Ungaro, ma anche poesia, danza, musica, cinema, visual arts, talk e persino visite guidate.
Per la rassegna “Tempora/Contempora” seconda edizione, il Focus internazionale sul linguaggio del corpo nelle arti figurative contemporanee, messo a punto assieme al Polo biblio-museale di Lecce e ad un nutrito partenariato (Regione Puglia, Ministero cultura e turismo, Teatro pubblico pugliese, Eu Japan Fest, Fondazione Nuovi Mecenati, Arci Lecce, Associazione Transparent), inaugura oggi 24 agosto alle ore 19, nelle sale della chiesa di San Francesco della Scarpa attigua al Convitto Palmieri di Lecce, la mostra pittorica “Soffio”, dell’artista di origine pugliese (padre di Martignano, madre di Cremona) Luca Bray.
Presenti l’autore ed il direttore artistico Ungaro, l’evento, fruibile sino al 10 settembre dalle ore 19 alle 23 (ingresso gratuito ma con prenotazione al 338-3746581), verrà presentato dal critico d’arte Lorenzo Madaro, dalla storica dell’arte Brizia Minerva e dal direttore del Polo biblio-museale Luigi De Luca.
Nell’ex luogo di culto dove, secondo la tradizione religiosa, durante un suo pellegrinaggio sostò, nel 1222, san Francesco d’Assisi, congedandosi da chi lo aveva ospitato col dono di uno dei suoi sandali, l’artista che dopo gli studi a Milano-Brera ha vissuto dieci anni a Città del Messico, espone sei fra le grandi tele dell’ultima produzione pittorica, per altro realizzata nel capoluogo salentino, dove durante il lookdown si era autoconfinato.
Per ogni singola realizzazione, Bray, il cui animo è contaminato dai luoghi dove ha vissuto, utilizza litri e litri di acqua raggia, senza per altro riuscire a ripulirsi del tutto dai colori, il blu soprattutto, nonostante il tentativo di rimozione con acqua e spugna chiodata.
“La sua esperienza – ricorda Madaro, attualmente docente di Storia dell’arte all’Accademia di belle arti di Catania – è legata anche al segno, alla scrittura ed al colore, che ritroviamo nelle sue tele, vere e proprie pareti mobili sulle quali si ricrea la dimensione di un diario intimo”.
E la storica dell’arte Brizia Minerva: “Il pensiero principale di Bray sull’arte pare essere quello che la forza non si dà mai senza forma. E nella mostra ‘Soffio’, è il soffio vitale di una profonda ispirazione che costeggia la materia liquida come un anelito di libertà”.
Oltre che in numerose collezioni private sparse in tutto il mondo, opere di Luca Bray sono ospitate, fra gli altri, nella Collezione Jumex di Città del Messico, nel Museo d’arte moderna di Sinaloa e nella Fondazione Daniel Chappard in Venezuela.
Toti Bellone
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Foto in alto: Luca Bray
Luca Bray, “Mare” (2021)
Lecce, San Francesco della Scarpa