Sarà presentato giovedì 4 gennaio 2024, alle ore 11.30, a Lecce, nella sede di “Aforisma School of Future” il nuovo report annuale dell’Osservatorio economico Aforisma. Frutto di un lungo lavoro di analisi e di approfondimento sui dati della Puglia e dell’Italia, la pubblicazione verrà illustrata da Andrea Salvati, Ceo di Aforisma e da Davide Stasi, responsabile degli studi dell’Osservatorio. A seguire una tavola rotonda alla quale parteciperanno Loredana Capone, presidente del Consiglio della Regione Puglia, Sebastiano Leo, assessore regionale al Lavoro e alla Formazione, Elisabetta Salvati, presidente di Aforisma, Nicola Delle Donne, presidente reggente di Confindustria Lecce, Tommaso Moscara, segretario confederale della Cgil Lecce, Guglielmo Forges Davanzati e Marco Sponziello, docenti di Unisalento, Francesco Gioffredi, Vincenzo Maruccio e Tonio Tondo, giornalisti.
Il report, alla seconda edizione, si aggiunge al «Quaderno», periodico edito dalla School of Management associata Asfor e contiene gli studi sulla demografia, sulla natimortalità delle imprese, sugli addetti, sui risparmi, sui prestiti, sulla bilancia commerciale (come saldo tra le esportazioni e le importazioni), oltre a vari focus tematici su specifici settori economici ritenuti strategici per lo sviluppo del territorio. Il rapporto annuale viene gratuitamente distribuito con l’obiettivo di tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso e di anticipare le linee di tendenza per l’anno venturo.
«Ci siamo domandati a lungo – si legge nell’introduzione – il motivo per il quale continuare in questo lavoro di osservazione e rielaborazione dei dati economici e sociali del territorio. La Puglia, come il resto d’Italia, registra nel 2023 dati, per molti versi prevedibili, sia di segno positivo che negativo senza però che vi sia una vera consapevolezza diffusa della direzione che si era intrapresa. Fino ad un recente passato si poteva accompagnare il cambiamento, navigando sorretti da una corrente che in qualche modo aiutava nello scegliere la direzione verso la quale andare ed esistevano fasce ampie di classe dirigente capaci di presidiare desideri collettivi, visioni accettate dalla maggioranza della popolazione. Si fa a volte fatica nel cercare un compromesso sulla visione del futuro di questa società, divisa tra fatalismo, capacità di lavorare in condizioni a volte difficili, incapacità di sfidare con grandi progetti il mercato globale. Se non con piccole eccezioni».
«In questo contributo alla conoscenza dei numeri e delle dinamiche economiche – si legge ancora – crediamo di aver trovato la spinta necessaria per proseguire in questo processo di restituzione sociale della nostra attività di studio e ricerca che si affianca alle attività che Aforisma persegue da 27 anni. Abbiamo ampiamente affrontato in questo 2023 il tema del turismo e del ruolo che è capace di svolgere all’interno del Prodotto interno lordo complessivo, ridimensionando le aspettative che si sono andate via via consolidando negli ultimi decenni. Settore crescente e solido, ma senza la possibilità di sostenere una crescita tale da giustificare passi verso la deindustrializzazione della regione. Siamo stati felici di essere stati capaci di lanciare questo dibattito, che è confluito in uno studio dell’Università del Salento e che ha permesso un ampio dibattito in campo nazionale».
Più in generale, «fino alla prima metà del 2023, la ripresa dell’economia ha favorito l’ulteriore incremento del numero delle imprese che, in ogni caso, non erano diminuite durante la pandemia grazie alle misure di sostegno alle aziende che avevano scongiurato la chiusura delle attività. Mentre nella seconda parte dell’anno si è assistito ad un lieve peggioramento del quadro economico, che ha portato a un rallentamento dell’economia e alla riduzione dei nuovi posti di lavoro. Possiamo affermare con certezza che, tutto sommato, le misure di sostegno all’occupazione hanno avuto effetti positivi sul mercato del lavoro e sul tendenziale calo della disoccupazione. Ciò nonostante, questa dinamicità non ha avuto impatto sulle retribuzioni che sono cresciute meno dell’inflazione. Il rallentamento dell’economia ha portato alla contrazione degli investimenti e al calo della domanda di prestiti».
Comunicato