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Taurisano - 17 Feb 2023

“La mano e l’intelletto. Omaggio a Donato Minonni”

Sabato 18 febbraio, alle ore 17,30, nell’Aula consiliare di Taurisano, sarà presentato il volume dedicato all’artista salentino


Spazio Aperto Salento

Sabato 18 febbraio, alle ore 17,30, nell’Aula consiliare del Comune di Taurisano, sarà presentato il volume La mano e l’intelletto. Omaggio a Donato Minonni, parafrasando un verso di una poesia di Michelangelo, che contiene saggi e testimonianze sull’artista salentino. Alla manifestazione saranno presenti Luigi Guidano, sindaco di Taurisano,  monsignor Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca, e Ivano Colona, presidente del Circolo Tennis “G. Verardi” del centro salentino, che con l’Università del Salento, la Società di Storia Patria (sezione di Lecce) e l’Amministrazione comunale di Taurisano, ha contribuito alla pubblicazione dell’opera realizzata in occasione degli ottant’anni del maestro.

Una vita dedita all’arte o meglio alle «arti», se l’accezione al plurale può rendere meglio l’idea della molteplicità dei materiali e delle tecniche utilizzati da Minonni, non esitando a passare dalla dolce e tenera pennellata di un acquerello al forte e deciso colpo sul marmo. Perché di questo si tratta, se si vogliono definire le coordinate delle tecniche utilizzate dall’artista. Il suo retroterra culturale appare, da subito, legato soprattutto ad una tradizione scultorea salentina, senza mai perdere di vista nel suo iter produttivo i fermenti artistici nazionali.

I temi trattati potrebbero sembrare occasionali, laddove si tratta di un’opera realizzata su committenza. Tuttavia, a ben riflettere, sono sempre affrontati con tutta la personale ricerca di un recupero di fatti ascrivibili a collaudate esperienze che rinviano ad una classicità mai sopita, che riscopre nel presente la memoria del futuro. Del resto, ponendosi in uno stato di ammirazione di una sua opera, la prima sensazione emotiva è quella di trovarsi, sempre e comunque, davanti ad una statua di Giano Bifronte, quella antica misteriosa divinità romana che, al di là delle diverse interpretazioni e dell’idea del doppio e del duplice, incarna la visione simultanea della transizione e della transitorietà. Infatti, con i due volti che guardando in due direzioni opposte e complementari (al passato e al futuro) spingono l’osservatore a prendere consapevolezza del presente e ad agire.

Questa ambivalenza ritorna in alcune opere scultoree di Minonni; in particolare in quelle che rimandano a soluzioni familiari a Libero Andreotti, laddove nella consapevolezza che la scultura è “porre con il torre” non si sa bene se l’immagine emerga dalla materia amorfa in un supremo istinto di sopravvivenza oppure miseramente anneghi senza possibilità di salvezza. Ed alla salvezza è legato uno dei motivi più diffusi nelle sue opere: la fragilità dell’esistenza, che emerge quasi come un ritornello.

A dispetto di tutti e senza l’intervento di nessuno, la vita di ognuno si consuma nel tempo, che tutto distrugge e che, alla fine, è l’unico a sopravvivere, in una società come la nostra sempre più vittima dell’effimero. Perciò, la dolce mestizia dell’Angelo con una sola ala, opera del 1997 destinata a Gallipoli, è la trascrizione in marmo bianco della preghiera del 1988 di don Tonino Bello: «Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati».

Per poter vivere nel mondo occorre un grande abbraccio che contenga tutti, senza distinzione e senza pregiudizi, quelli che portano a considerare l’altro come un nemico o come una persona da correggere e, molto più spesso, da condannare, come nel caso di Giulio Cesare Vanini, il cui busto, realizzato da Minonni come un «martire della libertà», campeggia dal 2022 nell’edificio 5 del complesso Studium 2000 dell’Università del Salento.

                                          Paolo Agostino Vetrugno
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