In località “Cameroni”, nel territorio comunale otrantino compreso fra la Baia dell’Orte ed il Faro di Punta della Palascia, è stata scoperta casualmente
Una nuova Grotta d’epoca preistorica sul costone roccioso che, da Otranto a Santa Maria di Leuca, ha nel tempo donato all’antica Terra d’Otranto una serie di Caverne note agli studiosi di tutto il mondo. Alle Grotte dei Cervi di Porto Badisco, Zinzulusa e Romanelli di Castro e Carlo Cosma e Spagnoli di Santa Cesarea, si è infatti aggiunta la Grotta Aurora.
Ubicata in località “Cameroni” del territorio comunale otrantino compreso fra la Baia dell’Orte ed il Faro di Punta della Palascia, è stata casualmente scoperta da un appassionato speleologo di Uggiano la Chiesa, che in onore della moglie, così l’ha denominata.
La scoperta risale a due anni fa, ma solo di recente la nuova Caverna è per così dire venuta alla luce, sul sito ufficiale del Ministero della Cultura, alla voce “trasparenza”, menzionata accanto ai nomi delle altre Grotte del litorale adriatico salentino.
Dopo una sommaria esplorazione dell’anfratto, resosi conto dell’importanza della scoperta, lo speleologo uggianese è doverosamente tornato sui propri passi, salvo a ripresentarsi sul posto assieme agli esperti del Gruppo speleologico ‘Ndronico di Lecce. Lungo il camminamento dell’anfratto, l’uno e gli altri, si sono imbattuti nella sepoltura di due esseri umani, un adulto ed un bambino, in alcuni pezzi di vasellame, ed in un non meglio precisato numero di selci appuntite, probabilmente del tipo usato per la caccia dagli uomini preistorici.
Resisi a loro volta conto dell’importanza del sito, gli esperti del ‘Ndronico hanno allertato la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, ed organizzata la spedizione, tutti assieme sono tornati ad esplorare l’Aurora, anche al fine di catalogare quanto rinvenuto ed inserirla nell’elenco regionale delle Grotte.
Vasellame e selci sono stati prelevati e trasferiti nella sede di Lecce della Soprintendenza, mentre in attesa di una vera e propria campagna di scavi destinata ad arricchire il bagaglio di conoscenze sulle genti del passato, la sepoltura è stata lasciata dov’era.
A quanto pare, la nuova Grotta si sviluppa per una decina di metri all’interno della scogliera rocciosa, ma non è escluso, che dietro eventuali cedimenti e detriti, il percorso possa essere ben più lungo, e magari celare inaspettati “tesori”, come i pittogrammi (disegni di oggetti ed animali) della vicina Grotta dei Cervi, della quale, il prossimo 1° di febbraio, ricorre il 54esimo anniversario della scoperta da parte del Gruppo speleologico salentino “Pasquale De Lorentiis” di Maglie.
Toti Bellone
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