Rubrica a cura di don Carmine Canoci
“Il regolamento non lo scrivo io, ma i senatori questori. E tuttavia una cosa è certa”. Cosa, presidente? “In Senato entreranno solo cani e senatori educati”. Così parla al Foglio il presidente del Senato e big di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa, raggiunto per commentare l’ipotesi di cani e gatti in Parlamento. Un’eventualità complessa, stando a pareri sanitari e ai problemi logistici, che per la seconda carica dello stato, però, non è impossibile. Ma adesso, “cani e senatori educati” in che senso, La Russa? “Nel senso che entreranno cani mansueti e padroni che sapranno occuparsi di loro. Che sapranno pulirli, seguirli, badare a tutto”. Compresi i bisognini? Perché giusto ieri, sul Foglio, raccoglievamo il disappunto di commessi e assistenti parlamentari della Camera Alta. I quali rimarcavano, rispetto alla possibilità dell’ingresso degli animali domestici in Senato, di non essere dei dogsitter. Di non volersi occupare di cani, gatti, iguane e perfino conigli nani. Di non essere tenuti, quindi, a correre il rischio allergie. Insomma, di non voler vedere il Senato trasformarsi in una fiera dell’Est. “Come le ho detto, il problema non si pone se i cani sono ben abituati. Il cane educato sa che non si sporca in casa. Io ho un cane, per esempio…” (continua).
Ginevra Leganza
Da “Il Foglio” del 23 ottobre 2024
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La Russa: “Cani in Senato”? I parlamentari si occuperanno dei bisognini (clicca sul titolo)
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Non mi meraviglia il proliferare di animali domestici, in modo particolare di cani e gatti. Facile constatare come è sempre maggiore l’impegno a gestire i cani come elementi costituenti della famiglia, al punto che persino nel nome sembra siano sostituti dei figli. È facile vedere persone per strada che parlano con il loro cane come potrebbero fare con un nipotino. A volte è capitato anche a me di andare a trovare un’anziana che mi confessa come le pupille verdi del gatto accucciato sulla poltrona davanti sono gli unici occhi che la guardano per tutto il giorno. Molti cani e gatti alleviano le solitudini di molti in cambio di una carezza.
Si ha la netta sensazione che ormai ci sono più cani che bambini. Purtroppo non nascono più bambini e quindi non ci sono più nipotini che possano riempire la solitudine dei vecchi e vecchie nonne. Non viene più al mondo chi potrebbe adombrare la loro tristezza con schiamazzi e sorrisi luminosi e innocenti. Veramente quanta malinconia.
A proposito: “Le nascite nel 2023 scendono a 379.890, registrando un calo del 3,4% sull’anno precedente. Il calo delle nascite prosegue anche nel 2024: in base ai dati provvisori relativi a gennaio-luglio le nascite sono 4.600 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Il numero medio di figli per donna scende: si attesta a 1,20, in flessione sul 2022 (1,24) e la stima provvisoria elaborata sui primi 7 mesi del 2024 evidenzia una fecondità pari a 1,21.” (Report Istat del 21 ottobre 2024). È un dramma!
Però, a mio parere, è necessario comunque, non travalicare gli ambiti di chi abita il mondo animale e chi risiede in quello umano. Tanta gratitudine e rispetto per cani, gatti e tutti gli animali, ma mai elevarli alla dimensione umana coricandoseli a fianco a letto, vestendoli con capi firmati, portandoli in giro con i passeggini, tenendoseli in braccio un po’ dovunque (anche in chiesa…). Rispettiamoli sì, ma sempre come cani o gatti quali sono e cioè, animali. Lo esige la loro natura. Come la natura umana così anche quella animale non va violata o modificata.
C’è chi addirittura li vuol fare entrare a Montecitorio o a Palazzo Madama… Magari un domani prossimo sarà concessa loro anche l’immunità parlamentare nominandoli onorevoli o senatori della Repubblica, con tutti i benefici che ne derivano. Sarà problematico procurarsi dei bravi traduttori quando vorranno intervenire nei dibattiti.
Per me e per tanti, invece, è più arduo entrare in parlamento anche per solo conoscere o visitare il luogo. Forse anche la stessa piccionaia sarà occupata, appunto, dagli aventi diritto per genere…
Mi auguro che non corrisponda a verità, almeno in questo caso, un vecchio detto latino che recita: Similes cum similibus facillime congregantur. Lascio a voi la traduzione.
don carmine canoci