Dialoghi intorno alle iniziative e pubblicazioni Treccani per i 700 anni dalla morte di Marco Polo. L’iniziativa, in programma venerdì 2 agosto 2024 nel Castello angioino di Gallipoli, è stata organizzata dall’Assessorato comunale alla Cultura in collaborazione con Treccani
“Alla scoperta dell’altro: Marco Polo e il Milione”. È il titolo dell’evento culturale che si terrà venerdì 2 agosto 2024, alle 20.30, nel Castello angioino, a Gallipoli. L’iniziativa, che ha come sottotitolo “Dialoghi intorno alle iniziative e pubblicazioni Treccani per i 700 anni dalla morte di Marco Polo”, è stata organizzata dall’Assessorato comunale alla Cultura in collaborazione con l’Istituto per l’enciclopedia italiana Treccani. Interverranno Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli, Antonio Montefusco, storico dell’Università della Lorena, e Andrea Antonio Verardi, storico della Pontificia Università Gregoriana. Introdurrà e coordinerà l’evento Antonio Imperiale, giornalista del Nuovo Quotidiano di Puglia.
“Continuano gli appuntamenti culturali di qualità organizzati dall’Assessorato – commenta Minerva – per la prima volta a Gallipoli un evento che vanta Treccani e il patrocinio del Comitato nazionale per il settimo centenario della morte di Marco Polo. Siamo lieti di ospitare personalità così importanti dello scenario culturale e di questa nuova apertura all’Istituto per l’enciclopedia italiana Treccani”
“Può il racconto di un viaggio, scritto a quattro mani da un mercante e da uno scrittore durante una prigionia – si legge in una nota del Comune – cambiare la percezione del mondo? Se quel racconto è La descrizione del mondo, meglio noto in Italia come “Il Milione”, e il suo narratore Marco Polo, la risposta non può che essere affermativa. Prima degli evangelizzatori del Seicento e dei grandi esploratori ottocenteschi, il mercante veneziano ha saputo riempire di immagini e notizie di prima mano l’immaginario medievale e moderno del mondo occidentale sull’estremo Oriente. Marco non è il primo viaggiatore che, nel dinamico Duecento euro-mediterraneo, ha raccontato l’estremo oriente al mondo occidentale. Poco prima di lui, per ragioni di fede, lo avevano fatto due frati francescani. Rispetto a questi però, il racconto di Marco Polo è privo di una dimensione apologetica e, soprattutto, animato da una curiosità e capacità di osservazione senza eguali per l’epoca. Ciò si rispecchia nell’opera stessa. Un testo che è allo stesso tempo imago mundi, manuale mercantile, roman cortese, celebrazione dell’Impero mongolo, raccolta di meraviglie orientali e molto altro. A suo modo un volume enciclopedico dedicato ad un mondo lontano e allo sguardo di un mercante laico su di esso”. (red.)