Tutti i quadri donati superano il metro di altezza. L’autrice, milanese di nascita e cistranese di adozione, è stata un’artista poliedrica, avvezza alla sperimentazione.
Nonostante la chiusura dei luoghi della cultura prevista dal Dpcm del 3 novembre 2020 e tuttora in vigore, e in attesa di una prossima apertura, a Cisternino proseguono i lavori per l’allestimento, nel Foyer del Teatro Paolo Grassi, di una esposizione permanente delle ventiquattro opere dell’artista Adriana Notte, donate dalla stessa alla municipalità di Cisternino.
Sono in fase di sviluppo il progetto espositivo, attraverso lo studio della planimetria del teatro, e la stipula di un accordo di collaborazione tra il Comune e il TASC – Laboratorio Territorio, Arti Visive e Storia dell’Arte Contemporanea – dell’Università del Salento per una valorizzazione dei quadri dell’artista secondo criteri filologici.
Già lo scorso ottobre il Consiglio comunale di Cisternino, su impulso dell’assessora alla cultura Francesca Tozzi, ha predisposto la collocazione delle opere di Adriana Notte nel Foyer del Teatro Paolo Grassi, all’interno di una delibera che prevede anche la costituzione di un museo diffuso cistranese e l’adesione alla rete museale del Salento.
L’inaugurazione della mostra – in uno spazio non consueto, qual è il foyer di un teatro – era stata inizialmente programmata per il mese di novembre, a cent’anni dalla sua nascita (1920), all’interno di un percorso di presentazione del lavoro dell’artista più ampio. Infatti, in collaborazione con il Centro culturale Fuoco del Melograno, è stato pubblicato, nel mese di agosto, un catalogo dei lavori pittorici della Notte.
Il Comune non ha rinunciato al progetto e porta avanti le attività, così da garantire, una volta consentita dal governo la riapertura degli spazi culturali, lo svolgimento delle iniziative previste, senza ulteriori rinvii.
Adriana Notte – milanese di nascita, cistranese di adozione – è stata un’artista poliedrica, avvezza alla sperimentazione: si è dedicata non solo alla pittura, ma anche alla poesia e alla grafica, al teatro e alla danza.
La sua produzione si muove tra il sacro, il profano e la ritrattistica ed è caratterizzata da colori intensi; è stata un’esploratrice del segno, del colore e della parola, e non si è mai incasellata in nessun “ismo”, scegliendo di «essere nel surreale senza “surrealismo”; nell’astratto senza “astrattismo”, essere nel reale senza “realismo”, nell’espressionismo senza esasperazione» per dirlo con le sue parole.
Figlia d’arte – il padre era il pittore Emilio Notte e la madre la cantante lirica Ines Dell’Armi -, sin dall’infanzia ha vissuto in un ambiente culturale ed avvertito l’urgenza di dedicarsi all’arte: a quattordici anni espone alla Sindacale di Napoli del 1934 e negli anni Quaranta viene invitata alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma.
Alla sua formazione, da studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha contribuito la presenza paterna, ma la stessa Adriana non si è mai ritenuta “allieva” di Emilio Notte; la sua fedeltà era invece tutta rivolta alla ricerca del “puro”, di un’immagine “purificata” dalle tensioni della modernità. Da ciò scaturisce «una pittura dominata e controllata in ogni suo punto, che non lascia varchi all’incertezza del non finito, pennellata dopo pennellata», come scritto da Michele Prisco nel 1987.
Dopo sette anni dalla sua scomparsa – avvenuta nel 2013 – ed alcune mostre che mai hanno proposto al pubblico l’intera collezione, finalmente è in corso l’allestimento permanente dei suoi imponenti lavori. Tutti i quadri donati superano il metro di altezza.
«Il corpus copre circa quattro decenni di attività, delineando l’affinarsi di un proprio stile sempre mutevole lungo un percorso, con pitture dalle personalissime rielaborazioni dall’espressionismo al cubismo, dalla metafisica al surrealismo» ha scritto Massimo Guastella nel suo contributo critico in catalogo.
Tra le opere, dipinte nell’arco di anni 1956 – 1993, ne sono comprese quattro realizzate fronte retro su multistrati: Le giostre (fig. 1) che sull’altro lato conserva Il circo (fig. 2) e il Sogno del gatto (fig. 3) sul cui retro si trova Donne al Balcone (opera incompiuta). Per il loro allestimento si stanno cercando soluzioni efficaci che consentano al pubblico di fruirle da entrambi i lati.
Nell’osservare le opere negli spazi dell’area antistante del Teatro, i lettori potranno riconoscere l’impegno che Adriana Notte sentiva nei confronti del lavoro dell’arte, «un impegno profondo, un impegno che ti prende il cuore e le ossa, e soprattutto, la coscienza», lo stesso che ha spinto l’artista alla donazione dei quadri a favore della collettività.
Rosanna Carrieri
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In alto (fig. 1): Adriana Notte, Le giostre, 1970, tempera grassa su multistrato, 150×100, Donazione A. Notte Comune di Cisternino
(fig. 2) Adriana Notte, Il circo, 1956, tempera grassa su multistrato, 150×100, Donazione A. Notte Comune di Cisternino
(fig. 3) Adriana Notte, Il sogno del gatto, 1992, tempera grassa su multistrato, 145×155, Donazione A. Notte Comune di Cisternino