Enciclica “Fratelli Tutti”, spunti di riflessione a cura di Coralba Rosato
…L’organizzazione delle società in tutto il mondo è ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignità e identici diritti degli uomini. A parole si affermano certe cose, ma le decisioni e la realtà gridano un altro messaggio. È un fatto che «doppiamente povere sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perché spesso si trovano con minori possibilità di difendere i loro diritti» (Fratelli tutti, 23).
Papa Francesco, nell’Enciclica Fratelli Tutti menziona la ricerca della verità come strumento necessario, per intraprendere percorsi nuovi di pace, di dialogo, di riconciliazione. Come non riconoscere che quanto Egli afferma, al n. 23, riguardo la situazione femminile, non sia di un’evidenza davvero disarmante?
Non può e non deve essere ignorato l’aumento vertiginoso dei casi di violenza sulle donne registrato nell’ultimo periodo. L’entrata in vigore delle misure restrittive per contenere il contagio da Coronavirus, infatti, sembra aver aggravato un fenomeno culturale vergognosamente presente nel nostro paese.
L’hashatag #iorestoacasa#, purtroppo, per molte donne si è rivelato fatale. La casa e le mura domestiche, rifugio umano per eccellenza, dove sentirsi protetti, sereni e circondati dai propri affetti, si sono trasformate per esse in vere e proprie trappole. Se poi si allunga l’occhio e l’orecchio nell’universo del lavoro femminile non si deve faticare più di tanto per scoprire una verità da far arrossire: la presenza di mille paletti per ostacolare il mestiere di mamma e lavoratrice. Né mancano discriminazioni in fatto di istruzione, di carriera, di salari. Anche il mondo religioso è alquanto restio all’entrata delle donne in posti di responsabilità.
Insomma, per quanto sia innegabile il raggiungimento di importanti traguardi, la strada è ancora lunga perché siano aboliti tutti gli scetticismi con cui si guarda alle donne.
Eppure, oggi è l’8 marzo e magari a nessuna donna mancherà il cioccolatino o il rametto di mimosa per celebrare una ricorrenza che, in sostanza, va perdendo i suoi connotati.
Qualche giorno fa, una carissima amica mi ha inviato una bellissima poesia di Maria Letizia del Zompo. Ne ho condiviso in pieno il contenuto, a dir il vero, mi ci ritrovo e, con lo stesso entusiasmo e gratitudine, ne dedico uno stralcio, oggi, a tutte le donne del mondo:
“Mettiti sempre nelle condizioni di poterti rialzare
anche quando la vita ti farà cadere…
anche quando il dolore avrà consumato tutte le tue lacrime.
Mettiti nella condizione
di poterti guardare allo specchio e dirti:
“Mi amo, mi amo perché sono bella, bella dentro
perché non mi risparmio mai e non faccio calcoli,
perché metto sempre tutto il mio cuore,
la mia testa, la mia anima in tutto ciò che intraprendo,
perché non mi accontento mai delle risposte
e pongo sempre nuove domande,
perché non desisto se non le ho provate tutte…
Mi amo perché non delego e so che niente mi è dovuto,
perché non ho paura di mostrare quello che sono,
perché ho imparato ad amare i miei difetti,
perché ho il coraggio di riconoscere i miei sbagli ed imparare da essi,
perché sono consapevole delle miei cicatrici
e accetto che qualcosa possa avermi cambiata per sempre,
perché so inventarmi sempre nuova,
perché so guardare in faccia la realtà e nutrirmi di sogni.
Mi amo perché ho imparato a chiedere aiuto
se ho bisogno di qualcuno che mi sorregga,
perché ho il coraggio di sanguinare se l’amore lo richiede
e la fatica non mi fa paura.
Mettiti nelle condizioni di riconoscere
che tutto è un percorso,
che non si è mai giunti alla fine
e finché c’è vita, si sbaglia e si inciampa,
che è autolesionismo
pretendere da se stessi e dagli altri la perfezione,
che la bellezza risiede nel neo, in ciò che graffia,
ci sorprende e ci sospende il fiato.
Impariamo a dire “mi Amo”, perché non ci sarà data nessun’altra occasione per farlo. Non perdiamola”.
Coralba Rosato
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