Dalle ferite all’apertura verso il mondo. S’intitola emblematicamente “Squarci”, la mostra dell’artista Sara Sgrò, promossa e organizzata dalla consigliera di Parità della Provincia di Lecce, Antonella Pappadà. L’esposizione artistica sarà inaugurata sabato 22 marzo, alle ore 19, presso il Circolo cittadino, in via Rubichi a Lecce, e resterà aperta al pubblico, con ingresso gratuito, fino a sabato 29 marzo (ore 10-13; 16-19).
“Ho voluto ricordare l’8 marzo – dice Antonella Pappadà – promuovendo e organizzando questa mostra di Sara Sgrò, per rendere omaggio alle donne che vivono intensamente e che, quando cadono, sono capaci di trovare dentro di sé la forza di ricomporsi, di far uscire fuori tutta l’angoscia e ricominciare ad amarsi. Si rimane catturati dalla bellezza e dal messaggio delle donne rappresentate di questa bravissima artista. Invito tutte e tutti a venire a vedere le sue emozionanti opere”.
Ma perché “Squarci”? Nel dizionario della lingua italiana, questo termine significa letteralmente “larga e profonda fenditura, provocata da un urto o da una recisione, o prodotta sì per separazione o per moto divergente di parti”, oppure, in senso figurato, “brano o passo particolarmente interessante di un’opera letteraria o musicale; breve spazio o intervallo di tempo in mezzo ad altre occupazioni”.
“Spiegare come nascono i gesti artistici – afferma Sara Sgrò, pittrice e disegnatrice di origini toscane e calabresi – è praticamente impossibile. Meno male. Sia perché questa impossibilità mantiene la magia, o l’illusione di una magia che ti attraversa, sia perché è una buona scusa per non spifferare i propri segreti agli altri. E per mille altre ragioni che non dirò. Squarci è venuto un giorno che ero in strada. Si è fatto strada, a sua volta, entrando nel mio foglio, sorgendo dalla mia matita, spuntando dai disegni che componevo. È saltato fuori come una sorpresa. Di cosa parli, squarci, però posso dirlo, o accennarlo. Di quelle fessure dove sono entrate e uscite presenze e mancanze, luoghi, disfunzioni, patologie, ossessioni, pensieri. Delle aperture per mostrarsi e liberarsi. Delle ferite che gettano fuori tutto, per richiudersi in pace. Degli affacci sul nuovo. Dei solchi che restano. Dei varchi nel chissà. Dello stare né dentro né fuori, o dentro e fuori, ma sempre insieme. Di aria che circola, di vento e di fresco, di luce che gioca con l’ombra, della forza a cui cedi ma a cui regali la forma”.
“Dai miei squarci – continua l’artista – sbucano gli uccelli, scodinzolano pesci, si innalzano piantine, si arrampicano fiori, si elevano canti e urla, si avvertono i sussurri degli amanti, si imbiancano pareti, si infilano foglietti e con un colpo sono di là, brulicano vite, avanzano nugoli di foglie e farfalle, grappoli di coriandoli, schiere di bolle evanescenti, soffiano musiche tiepide, i sorrisi lanciano l’assedio, si sgretolano muri, i colori si raccolgono; si fa la conta dei danni per ripartire”.
Nata nel 1983, Sara Sgrò si è diplomata in grafica pubblicitaria e ha seguito poi una formazione in illustrazione e fumetto. Nel 2013 decide di trasferirsi in Francia dove rimarrà 6 anni: qui lavora come fotografa di palco per alcuni concerti e segue corsi di pittura dal vivo presso l’accademia della Grande Chaumiere di Parigi. Comincia ad organizzare diverse mostre personali tra la Francia e l’Italia. Il primo progetto è “Tratti & Tratte, pensieri emigrati a nord”, fotografie e disegni che parlano della giovane emigrazione dal Sud Italia, esposto a Parigi nel 2015. Seguito poi da “La MaDonna oggi, dal sacro al mondano”, che vuole riportare l’immagine della Madonna in chiave moderna; lo presenta tra Parigi e l’Italia nel 2017. Un anno dopo nasce “Malincromia”, una collezione di opere che, come suggerisce il titolo, rappresentano i colori e gli strascichi della malinconia. A fine 2018 decide di trasferirsi a Napoli, dove lavora come artista di strada. Sviluppa qui il progetto “Orgasmicosmo”, trasferendo con l’acquerello le sensazioni, i bisogni e gli stati che l’essere umano ha a contatto con la natura. Nel 2023 espone a Roma “Anni d’amore alla follia”, una mostra di acquerelli. Dopo #statodamore, diventato un hashtag, un lavoro sulle sensazioni, dall’euforia ai silenzi, dell’innamoramento, il suo ultimo progetto è “Squarci”, sulle lacerazioni in ogni risvolto del termine, dalle ferite all’apertura verso il mondo.
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