• mercoledì , 30 Ottobre 2024

Parabita - 01 Ago 2024

“Design for peace: ricostruire dopo la guerra”

In mostra a Parabita, da venerdì 2 agosto 2024, nell’Ex Convento dei Domenicani, i progetti degli architetti ucraini e italiani. Inaugurazione domani alle 19.30


Spazio Aperto Salento

Immaginare, disegnare, progettare la ricostruzione dei luoghi devastati dalla guerra grazie a un’azione concreta, capace di ospitalità, accoglienza, lavoro comune tra giovani architetti ucraini e studi di progettazione italiani. Sono gli assi strategici intorno a cui è ruotato “Design for Peace. Costruttori di Pace: un progetto della comunità degli Architetti PPC per la pace, l’accoglienza e la ricostruzione”, ideato e promosso all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina dal Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (Cnappc), in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, l’Ambasciata d’Ucraina in Italia, raccontato adesso nella Mostra che da domani, venerdì 2 agosto 2024, sarà nel Salento, a Parabita, allestita negli spazi dell’Ex Convento dei Domenicani.

La Mostra si aprirà alle 19.30 con i saluti istituzionali di Stefano Prete, sindaco di Parabita, Massimo Crusi, presidente Cnappc, Tommaso Marcucci, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Lecce, cui seguirà la presentazione dei progetti in mostra. 

“È stato ed è tuttora un processo straordinariamente coinvolgente e paradigmatico – dice Massimo Crusiche il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha sostenuto convintamente. Un percorso virtuoso e solidale che indica in modo inequivocabile gli architetti come costruttori di pace e di buone relazioni tra popoli e culture diverse, e come la ricostruzione di un Paese colpito dalla guerra può divenire riflessione sulla rigenerazione sociale attraverso la qualità dello spazio fisico coinvolgendo innanzitutto le competenze e i saperi, le energie e i punti di osservazione, delle nuove generazioni. Un’esperienza che apre la strada verso azioni di cooperazione e scambio per immaginare e affermare la ricostruzione anche in altre aree colpite e purtroppo devastate da conflitti”,

“Gli architetti – sottolinea Tommaso Marcucci – immaginano, progettano, costruiscono le città, e non le distruggono; lo ribadiamo anche nel foglio di sala della Mostra. Il che, proprio in questo preciso momento storico, con le immagini di distruzione che continuano ad arrivare dall’Ucraina e dal Medio-Oriente, assume un valore quanto mai importante, politico, per ribadire la necessità di cercare e trovare soluzioni che mettano fine a queste due guerre, e alle decine di altre che insanguinano altri luoghi nel mondo. Il progetto mette al centro visioni di cooperazione professionale per la rigenerazione sociale e umana. Vale come apertura alla speranza e monito”.

Curata da Tiziana Pecoraro e Giorgio Mitrotta, con il coordinamento scientifico di Paolo Anzuini (consigliere Ordine Architetti Roma), Design for peace è dedicata ai giovani architetti rifugiati che hanno vinto le borse messe in palio e si sono aggiudicati workshop presso studi di progettazione italiani. La Mostra, caso esemplare di come la comunità degli Architetti PPC possa aiutare i professionisti con status di rifugiati giunti in un nuovo Paese attraverso un’azione concreta di solidarietà tra colleghi, testimonia e racconta il percorso di scambio e solidarietà attivato per raccogliere idee e progetti finalizzati alla ricostruzione di altrettante aree colpite dal conflitto. Un modo per interpretare, si legge nel Catalogo, “la ricostruzione come cura delle ferite inflitte dalla guerra alle città e anche opportunità per sperimentare soluzioni che non si limitino a ripristinare lo status quo, ma contribuiscano a un slancio di progresso e sviluppo territoriale: immaginando nuovi edifici e schemi per le attrezzature pubbliche”, mettendo a sistema creatività e cooperazione per definire la visione della ricostruzione post bellica delle città ucraine.

Creatività, progettazione, visione che, nello specifico, hanno avuto come terreno di sperimentazione e protagoniste dei workshop cinque aree individuate dall’Ambasciata Ucraina: il Palazzo Comunale della cultura Korabelnyi di Mykolaiv; il Complesso sportivo dell’Università Tecnica Nazionale Istituto Politecnico di Charkiv; il Laboratorio “Volodymyr Synhaivskyi” del Ginnasio Comunale di Korosten; l’Università “G. Skovoroda” Pedagogica Nazionale di Kharkiv; l’edificio “V. N. Karazin” sede della Facoltà di Economia dell’Università Nazionale di Kharkiv.

In mostra i progetti di: Ivanna Gaidarzhy, Studio Next Urban Solutions, Roma; Olena Hordynska, Studio Altereco, Rutigliano; Anastasia Strelets Zamryka, Studio Abc Plus, Verona; Iryna Orekhva, Studio Di Girolamo Engineering, Napoli; Nadia Bashtannik, Studio Gasparini Associati di Reggio Emilia. Finissage l’11 agosto.

NOTE

Generare una visione per la ricostruzione post bellica delle città ucraine. Permettendo a giovani studenti e architetti provenienti dall’Ucraina di entrare in contatto e collaborare con realtà professionali italiane attivando, attraverso la cooperazione, creatività e progettualità per disegnare un futuro di pace. Sono questi i tasselli che hanno orientato “Design for Peace”, progetto che ha previsto l’affidamento di borse di studio ad under 35 ucraini – laureati o iscritti a un corso universitario in architettura – che hanno trovato rifugio nel nostro Paese a seguito degli eventi bellici. Realizzata dal Consiglio Nazionale degli Architetti P.P. e C. e dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, con il sostegno del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con patrocinio e supporto tecnico dell’Ambasciata d’Ucraina nella Repubblica italiana, l’iniziativa è partita nel 2023. Il progetto Design for Peace si è svolto attraverso l’attivazione di specifici workshop su interventi di recupero e re-design di alcuni luoghi simbolo – indicati direttamente dal Ministero dello Sviluppo delle Comunità e dei Territori dell’Ucraina tramite l’Ambasciata d’Ucraina nella Repubblica Italiana – delle città ucraine colpite dalla guerra in corso.

A questo primo step di progetto, hanno partecipato cinque architette ucraine (da considerare il divieto per gli uomini tra i 18 e i 60 anni di uscire dal Paese) che hanno potuto – grazie al supporto della comunità di architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori italiani – iniziare a pensare a un futuro di pace e alla ricostruzione delle loro città distrutte. La Mostra è stata presentata a Roma, nel corso di Codeway, manifestazione che unisce gli attori più importanti del mondo della cooperazione internazionale e poi a Fasano in occasione del G7. Dopo Parabita prossima tappa Rimini. Tra le altre iniziative messe in atto dal CNAPPC a favore dei professionisti ucraini, figura l’elaborazione delle “Linee guida per l’accoglienza di architetti e studenti ucraini profughi in Italia”, un insieme di indicazioni concrete, alla luce del quadro normativo vigente, per supportare gli Ordini provinciali e la comunità degli iscritti nelle eventuali azioni di accoglienza, presso gli studi professionali, di architetti e studenti ucraini sfollati a seguito dell’invasione militare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Comunicato