Il presidente Seclì e il responsabile del “Settore Energia e Rifiuti” De Giorgi scrivono alla Regione, alla Provincia e ai sindaci del Leccese
«La crescente competitività della tecnologia eolica, che non si intende contrastare in quanto tale ma nelle sue applicazioni invasive, dannose ed improprie, sta provocando una tale valanga di proposte progettuali che, per quantità e taglia dei generatori, si configura come una emergenza ed un vero e proprio assalto al territorio». La “Sezione Sud Salento” di Italia Nostra, con una nota sottoscritta dal presidente Marcello Seclì e dal responsabile del “Settore Energia e Rifiuti” ingegnere Antonio De Giorgi, ha sottoposto all’attenzione dei sindaci dei Comuni del Leccese e dei massimi esponenti della Regione e della Provincia, problematiche riguardanti gli impianti eolici di grande taglia. La nota di Italia Nostra, in particolare, è indirizzata, oltre che ai sindaci, al presidente della Puglia Michele Emiliano, agli assessori regionali Alessandro Delli Noci, Anna Grazia Maraschio e Massimo Bray, al presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, al consigliere provinciale delegato della Provincia Fabio Tarantino e al dirigente provinciale del Servizio Tutela e Valorizzazione Ambiente Antonio Arnò.
La nota, che è stata predisposta all’indomani della notizia riguardante i due progetti di mega impianti eolici nel Nord Salento (con torri installate a Salice e Veglie), viene presentata come un “contributo all’analisi del problema” con l’obiettivo di sollecitare “la Regione Puglia e gli Enti locali ad adoperarsi con tempestività e rigore” contro l’ennesima “devastazione del territorio”.
«Da una ricognizione effettuata a metà marzo 2021 e relativa ai soli procedimenti di competenza statale (potenza di impianto superiore a 30 mw) – scrivono Seclì e De Giorgi – risultano in corso di procedura in Puglia 54 progetti, per una potenza complessiva di 3.757 mw, di cui 793 mw off-shore, con un totale di 832 generatori. La taglia media dei generatori, aumentata prepotentemente negli ultimi anni, risulta di circa 4,5 mw, con punte fino a 6,4 mw. Si tratta di macchine con una torre alta circa 150 metri, che sommata a quella della pala darebbe un’altezza totale superiore ai 200 metri (quanto la collina più alta del Salento), con un raggio di visibilità fino a 30 km, tale da essere visibili da qualsiasi punto di osservazione della penisola salentina».
«Non è difficile – continuano – prevedere quale sconvolgimento del territorio ne deriverebbe non solo nei suoi aspetti naturalistici, paesaggistici, storico culturali, ma anche in tutti quei settori trainanti della nostra economia salentina (agricoltura e turismo, già fortemente provati dalle varie pandemie) che su tali valenze e attrattive basano la loro attività. La Sezione di Italia Nostra, impegnata sin dal 2002 a contrastare questo genere di impianti sull’intero territorio della provincia di Lecce, prende atto positivamente (se pur tardivamente per molti soggetti) dei vari appelli che in questo periodo sono stati lanciati per scongiurare lo scempio che si va prospettando; purtuttavia ritiene doveroso ribadire, come ha già affermato in molti altri documenti, che lo strumento più efficace per contrastare tali mega impianti rimane quello di attuare con tempestività una corretta pianificazione energetica ed ambientali a livello regionale e provinciale. In difetto, le varie iniziative, pure lodevoli, che si vorranno mettere in campo (appelli, note, atti di dissenso, ricorsi, ecc.) rischierebbero di dimostrarsi come puramente velleitarie e destinate a restare semplici atti di testimonianza, che potrebbero anche costituire falsi obiettivi ai fini della positiva conclusione delle procedure in corso».
Nella lunga lettera della Sezione Sud Salento di Italia Nostra, vengono affrontati diversi aspetti tecnici in materia di competenze regionali e provinciali.
In un passaggio, fra l’altro, viene ribadito che la «definizione del quadro di programmazione locale scioglierebbe anche alcuni nodi che oggi ostacolano l’installazione di corretti insediamenti energetici; ad esempio, la pianificazione comporterebbe una valutazione specifica delle potenzialità di installazione di impianti fotovoltaici e micro-eolici sulle coperture di edifici esistenti, smentendo quanti sottovalutano strumentalmente tali potenzialità ed evitando di invadere zone rurali».
«Ne deriverebbero – si legge ancora nella nota di Seclì e De Giorgi – scelte di localizzazione degli impianti più corrette e rispettose del territorio, in quanto i proponenti non dovrebbero semplicemente “scansare” le “aree inidonee” previste dall’attuale pianificazione (Regolamento Regionale n. 24/2010), con estese possibilità residue di impattare in aree sensibili, ma dovrebbero situare l’impianto in contesti preventivamente vagliati e definiti dagli enti pubblici, attraverso una precisa “grigliatura” su piccola scala di tutti i vincoli, le valenze e le peculiarità del territorio. La definizione di piani energetici sarebbe anche la migliore risposta degli enti locali alla drammatica necessità di ridurre le emissioni di gas serra e le conseguenze dei cambiamenti climatici, temi tanto declamati in interventi e programmi quanto sacrificati nell’attività amministrativa corrente. Ad oggi il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), in mancanza di piani energetici aggiornati, resta lo strumento più efficace nel prevenire le invasioni di insediamenti speculativi».
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In foto: Marcello Seclì, presidente Sezione Sud Salento di Italia Nostra