Mostra a Lecce nel salone della Fondazione Palmieri. da sabato 30 novembre (inaugurazione alle ore 18) a lunedì 16 dicembre 2024
Le Nature Morte dei pittori salentini attivi soprattutto fra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del secolo successivo, in mostra a Lecce nel salone della Fondazione Palmieri di vico dei Sotterranei. Da sabato 30 novembre, quando verrà inaugurata alle ore 18, a lunedì 16 dicembre 2024, con orario 10-13, 16.30-20 ed ingresso gratuito, la rassegna alla quale il curatore, il collezionista e ricercatore leccese Valerio Terragno, ha dato titolo “L’arte di eternare il vero”, presenta 32 opere di 25 artisti, compresi i viventi Nino Baldassarre, Pierre Boà, Lucio Calogiuri, Bruno Maggio, Marcello Malandugno, Antonio Massari, Ercole Pignatelli, Antonio Scupola e Luigi Spanò. Gli altri artisti presenti in mostra sono: Luigi Ammassari, Nino Balzani, Oronzo Barba, Carlo Barbieri, Tonino Caputo, Virgilio Carotti, Vincenzo Ciardo, Temistocle De Vitis, Vittorio Dimastrogiovanni, Ezechiele Leandro, Michele Massari, Giancarlo Moscara, Giulio Pagliano, Geremia Re, Lino Paolo Suppressa ed Ugo Tapparini.
Da visionare, sulle pareti della Fondazione allocata nell’ex chiesa cinquecentesca intitolata a San Sebastiano, sono 18 oli su tela, un olio su tela di sacco, tre oli su compensato, altri tre su tavola, uno su faesite e tre su cartone, ed ancora, una tempera su carta, un assemblaggio di ferri, lamiera e legno, ed un raro ferro ed olio su cartone di Leandro, l’artista di San Cesario, conosciuto anche come “il pittore primitivo”.
Già presente in antichità in templi e dimore greche e romane dove veniva eseguita con la tecnica del mosaico, dell’intarsio marmoreo e dell’affresco, la Natura Morta fiorisce sul finire del Cinquecento, specie in Spagna, nelle Fiandre ed in Italia, dove fra tutti si distingue il genio di Michelangelo Merisi detto “Il Caravaggio”, soprattutto nelle grandi città d’arte: Roma, Napoli, Genova e Venezia. Nei secoli successivi, e sino ai XIX e XX, a darle lustro sono, via via, i partenopei Giuseppe Recco e Paolo Porpora, in Lombardia, Evaristo Baschenis e Giuseppe Arcinboldo, sino a giungere ai contemporanei Giorgio Morandi, Filippo De Pisis, Giorgio De Chirico, Paul Cézanne e Pablo Picasso.
Nella mostra leccese, nel solco della tradizione mutuata dai modelli figurativi napoletani dell’Ottocento, che raffigurano soggetti inanimati a volte affiancati a paesaggi e figure umane, le opere scelte da Terragno, da sempre impegnato nella conoscenza e valorizzazione dei pittori salentini, rappresentano in buona parte composizioni floreali o nate dall’assemblaggio di frutti, cacciagione ed oggetti di uso quotidiano. Ma vi è spazio anche per alcuni lavori ispirati invece alle avanguardie novecentesche.
Toti Bellone
© Riproduzione riservata