• domenica , 22 Dicembre 2024

Cultura - 04 Mag 2022

Fondazione Palmieri Lecce, in mostra opere di Re, Suppressa e Calò

L’esposizione di pitture e sculture dei tre grandi artisti salentini potrà essere visitata dal 14 maggio al 3 giugno 2022


Spazio Aperto Salento

Il Salone della Fondazione Palmieri di Lecce, allocata nell’ex Chiesa sconsacrata di San Sebastiano (Vico dei Sotterranei, alle spalle di Piazza Duomo), si prepara ad ospitare un altro importante evento culturale. Una Mostra di pittura e scultura di tre “grandi” dell’arte made in Salento, che della stessa furono anche innovatori.

Sono i maestri pittori Geremia Re (Leverano 1894, Lecce 1950) e Lino Paolo Suppressa (Lecce 1915-2003), e lo scultore Aldo Calò (San Cesario 1910-1983). L’esperto d’arte Valerio Terragno, leccese, ha raggruppato 45 loro opere che salentini e turisti potranno ammirare da venerdì 14 maggio a giovedì 3 giugno 2022, tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 21 (per info: 338-4726176). Di esse, 35 sono di pittura, ripartite fra le 20 di Re e le 15 di Suppressa, e 10 di scultura.

Oltre che dalle date di nascita, comprese fra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, i tre artisti sono accomunati dal suddetto “rinnovamento”, che nelle note di presentazione alla Mostra, lo stesso Terragno ha così riassunto: “hanno contribuito allo svecchiamento della tradizionale ed accademica pittura salentina ancora di gusto Ottocentesco, spalancando le porte a un tipo di raffigurazione legata ai principali movimenti artistici della seconda metà del XX secolo”.

È da sottolineare, che Terragno ha organizzato l’evento culturale nel segno della Mostra del 1949 nella hall dell’allora Teatro Ariston di via Salvatore Trinchese, sempre a Lecce, che segnò proprio l’avvio del rinnovamento  artistico nel Salento.

Quella storica Mostra, venne inaugurata dal poeta Vittorio Bodini (Bari 1914, Roma 1970), e per l’occasione, Geremia Re presentò una delle sue opere più famose: il polittico “Il teatro della vita”, noto anche come “La commedia della vita”, che per decenni ha fatto bella mostra nella hall del Teatro scomparso, e che ora si trova nella Cassa Rurale ed Artigiana di Leverano.

Qui di seguito, alcune brevi note e curiosità sui tre maestri.

GEREMIA RE

Nell’anno scolastico 1921-22, insegna Decorazione pittorica e  muraria e disegno di figura, nella Regia scuola artistica industriale “Pellegrino” di Lecce. Fra gli altri, ha come allievo Domenico Delle Site (Lecce 1914, Roma 1996), poi valente pittore col diminutivo Mino. Nel 1922 tiene con successo a Lecce, una Mostra nei locali dell’associazione della Stampa. A Roma, il conte Luciano Zecca gli presenta Renato Guttuso (Bagheria 1911, Roma 1987), che lo ammira e gli confida di conoscerlo e di conservare ritagli di giornale sul suo percorso artistico. Nel 1939 a Veglie, decora con figure erotiche ispirate dal campione della corrente artistica Fauves, Henry  Matisse (1869-1954), la tavernetta del conte Zecca. L’opera, considerata di rottura con la tradizione, viene accolta con scandalo, ed andrà purtroppo persa, quando la tavernetta verrà intonacata. Di essa rimangono solo alcune fotografie. Oggi a Leverano, oltre al Centro studi, viene ricordato in una via. E vie gli sono intitolate a  Lecce, Poggiardo, Squinzano e Surbo-Giorgilorio. Il 13 gennaio 1950, mentre in compagnia di un “sensale” percorre le strade di Lecce in cerca di una casa da affittare, muore a causa di un improvviso attacco di angina.

LINO SUPPRESSA

All’anagrafe solo Lino, a partire dal 1941, firma le proprie opere anche col nome del fratello Paolo morto in guerra. È brillante allievo di Geremia Re. Collabora con la rivista “Viva Voce”. Il suo percorso artistico si svolge in tre fasi: Espressionismo, Realismo, Astrattismo.

ALDO CALÒ

Il vero nome è Osvaldo. Sue opere di trovano a Roma, nel Museo di arte moderna, nei Musei Vaticani ed all’Estero (ad Anversa, Modern Art di New York, Zurigo e a Parigi nella Galleria nazionale di arte moderna). Viaggia soprattutto in Francia ed Inghilterra, dove conosce lo scultore Henry Moore (1898-1986). Le sue sculture in metallo e legno ricordano da vicino l’Arte Informale.

Toti Bellone
© Riproduzione riservata

 

Foto in alto: la sede della Fondazione Palmieri (ex Chiesa San Sebastiano)

 

Re, Ritratto di donna, tecnica mista cm 50×36

L. P. Suppressa, Cacciatori in riva al mare, tempera su cartone, cm 21×27,5

A. Calò, Figura femminile, legno cm 42x14x12 (particolare)