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Economia - 12 Mar 2022

“Agricoltura alla canna del gas”, Cia Puglia lancia l’allarme

Il prezzo del gasolio agricolo ha toccato quota 1,49 euro, le aziende fermano le attività, D’Amico: “Non escludiamo una grande manifestazione che unisca gli agricoltori del Sud”


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Quota 1,49 euro iva compresa. È questo il prezzo raggiunto dal gasolio agricolo ieri, venerdì 11 marzo, con una forbice variabile in base ai casi di qualche centesimo in più o in meno. Da quando sono iniziate la crisi energetica e le conseguenti speculazioni, il prezzo del carburante necessario per mandare avanti le attività delle imprese agricole è salito alle stelle. La tendenza è al rialzo e il prezzo oscilla di pochi centesimi anche in base alle quantità acquistate dal singolo imprenditore agricolo. Fatto sta che, prima che i prezzi andassero fuori controllo, il gasolio agricolo è arrivato a costare anche la metà. Durante il lockdown, invece, il prezzo scese in modo consistente. Aumentando l’imponibile, cresce sul prezzo finale anche l’incidenza dell’Iva. Sarebbe necessario, dunque, intervenire con una riduzione anche sull’Iva.

“Occorre sospendere immediatamente le accise e valutare rapidamente ogni altra misura utile ad abbassare il prezzo pagato dalle aziende”, ha affermato Giannicola D’Amico (in foto), vicepresidente di Cia (Agricoltori Italiani della Puglia). L’organizzazione sindacale degli agricoltori sta decidendo quali iniziative di mobilitazione intraprendere per sostenere una protesta sempre più diffusa in tutta la regione, come del resto in ogni parte d’Italia.

“Finora – ha aggiunto D’Amico – abbiamo preferito la strada del dialogo, del confronto e della proposta con le istituzioni, ed è una direzione che intendiamo continuare a percorrere, ma non escludiamo di annunciare a breve l’organizzazione di una grande manifestazione al Centro-Sud che unisca gli agricoltori pugliesi e quelli di tutto il Mezzogiorno d’Italia. Le imprese agricole sono alla canna del gas, è proprio il caso di dirlo. Rabbia e preoccupazione stanno crescendo sempre con più forza. Le rassicurazioni del Governo nazionale servono a poco se, come sta accadendo, le imprese agricole si trovano a fronteggiare una situazione di rincari altissimi e generalizzati. Senza gasolio agricolo, i trattori si fermano e le colture vanno in malora. Giovedì 10 marzo, a Ravenna, è stato scaricato l’ultimo carico di mais.

“Con l’Ucraina sotto i bombardamenti – ha continuato il vicepresidente di Cia – l’aumento vertiginoso del prezzo del mais e la sua scarsissima disponibilità sul mercato, gli allevatori già adesso in moltissimi casi non sono più nelle condizioni di nutrire in maniera adeguata il bestiame. Serve un coordinamento d’emergenza nazionale tra Governo e Regioni sull’agricoltura, per affrontare con misure rapide e concrete sia il problema dei rincari sia quello della mancanza di approvvigionamenti, una questione quest’ultima che è fatalmente destinata a peggiorare nelle prossime ore con la nuova protesta annunciata dagli autotrasportatori”.

 

 

 

 

 

 

 

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